lunedì 11 marzo 2024

NUOVO BLOG DI GIANCARLO SORAVIA

Gentili lettori

 

sono lieto di annunciare l’apertura del mio nuovo Blog intitolato: “Raccolta Articoli di Giancarlo Soravia sulla Difesa della Propria Lingua e del Cadore in Generale”. In questo spazio, riassumo scritti e riflessioni su temi legati alla lingua, alla cultura e al territorio del Cadore.

Se desiderate esplorare il sito, vi invito a visitarlo all’indirizzo:

https://riepilogoarticoligcsoravia.blogspot.com

La lingua è un prezioso patrimonio da preservare, e attraverso questa raccolta di articoli, spero di contribuire alla difesa e alla valorizzazione della nostra lingua madre e delle tradizioni del Cadore.

Vi ringrazio per l’interesse e l’attenzione, e vi auguro una piacevole lettura!


GIANCARLO SORAVIA


11/3/2024



Schermata del nuovo Sito Google RACCOLTA ARTICOLI DI GIANCARLO SORAVIA SULLA DIFESA DELLA PROPRIA LINGUA E DEL CADORE IN GENERALE

giovedì 29 febbraio 2024

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 29/2/2024

Grazie

Giancarlo Soravia


mercoledì 6 dicembre 2023

INDICE DEI POST

DEDICA E PRESENTAZIONE
http://testimonianzeladine.blogspot.it/2016/04/dedica-e-presentazione.html

ANTICHE LEGGENDE DI VENAS E DEL CADORE

- Al Jou de la Scandola (Il Vallone della Scandola) - Originale in dialetto di Venas di Rosetta Palmieri (1943) - Versione italiana di Giancarlo Soravia
http://testimonianzeladine.blogspot.it/2016/03/al-jou-de-la-scandola.html

- Al Bus de la Donaẑa (L'Antro della Donaẑa) - Originale in dialetto di Venas di Rosetta Palmieri (1943) - Versione italiana di Giancarlo Soravia
http://testimonianzeladine.blogspot.it/2016/04/al-bus-de-la-donaza.html

- Al Cavalier Dall'Asta (Il Cavaliere Dall'Asta) - Originale in dialetto di Venas di Rosetta Palmieri (1943) - Versione italiana di Giancarlo Soravia
http://testimonianzeladine.blogspot.it/2016/04/al-cavalier-dallasta.html

- Le Dame da Ciarpà (Le Dame di Ciarpà) - Originale in dialetto di Venas di Rosetta Palmieri (1943) - Versione italiana di Giancarlo Soravia
http://testimonianzeladine.blogspot.it/2016/04/le-dame-da-ciarpa.html

- L'Orco de la Nuote (L'Orco della Notte) - Originale in dialetto di Venas di Rosetta Palmieri (1943) - Versione italiana di Giancarlo Soravia
http://testimonianzeladine.blogspot.it/2016/04/lorco-de-la-nuote-dialeto-de-venas.html

- Tana, Rejina dei Crodare (Tanna, Regina dei Crodari) - Originale in italiano di Vaile Toscani (1945) - Versione in dialetto di Venas di Giancarlo Soravia
http://testimonianzeladine.blogspot.it/2016/03/tanna-regina-dei-crodari.html


STUDI DIALETTALI

- I nomi popolari delle piante in Cadore con speciale riguardo alla Valle del Boite
   Tesi di laurea di Paola Olivo (Università di Padova) 1950-51
https://testimonianzeladine.blogspot.com/2023/12/tesi-di-paola-olivo-anno-1951-i-nomi.html


FAVOLE ITALIANE E STRANIERE

- Capuceto Ros (Cappuccetto Rosso) - Originale in italiano di Carlo Collodi tradotto da Charles Perrault - Versione in dialetto di Venas di Giancarlo Soravia
http://testimonianzeladine.blogspot.it/2016/04/capuceto-ros.html

- Le Aventure de Pinocchio (Le Avventure di Pinocchio) - Riassunto originale in italiano di Carlo Collodi - Versione in dialetto di Venas di Giancarlo Soravia
http://testimonianzeladine.blogspot.it/2016/04/le-aventure-de-pinocchio.html

- La Tosa che Avea Balegà al Pan (La Ragazza che Calpestò il Pane) - Riassunto in italiano della favola di Hans Christian Andersen - Versione in dialetto di Venas di Giancarlo Soravia
http://testimonianzeladine.blogspot.it/2016/04/la-fanciulla-che-calpesto-il-pane.html

MISCELLANEA

- L'incontro di Bartolomeo Toffoli di Calalzo con Napoleone
https://testimonianzeladine.blogspot.com/2021/11/lincontro-di-bartolomeo-toffoli-di.html

- La Parabola del Fiol che s'à Magnà Fora Duto (La Parabola del Figliuol Prodigo) - Versione in dialetto di Venas di Giancarlo Soravia
http://testimonianzeladine.blogspot.it/2016/04/la-parabola-del-fiol-che-sa-magna-fora.html

- Le Noẑe de Cana - Versione in dialetto di Venas di Giancarlo Soravia
http://testimonianzeladine.blogspot.it/2016/04/le-noze-de-cana-dialeto-de-venas.html

- Poesie d'Amor - Originale in dialetto di Venas di Rosetta Palmieri (1943) - Versione italiana di Giancarlo Soravia
http://testimonianzeladine.blogspot.it/2016/03/poesie-damore-in-ladino-cadorino-venas.html

- Storielete (Aneddoti) - Testi originali in dialetto di Venas e versione italiana di Giancarlo Soravia
http://testimonianzeladine.blogspot.it/2016/03/aneddoti-vari-venas.html

- Günter Grass al se à Pensà de la Gelateria Toscani de Danzica (Günter Grass ha Ricordato la Gelateria Toscani di Danzica) - Originale in italiano e versione in dialetto di Venas di Giancarlo Soravia
http://testimonianzeladine.blogspot.it/2016/04/gunter-grass-al-se-pensa-de-la.html

- Fin a l'Ultimo Ciaval (Fino all'Ultimo Cavallo) - Riassunto dell'omonimo racconto di Carpinteri & Faraguna e Furio Bordon tratto dal libro "L'AUSTRIA ERA UN PAESE ORDINATO" - Riduzione italiana e traduzione in dialetto di Venas di Giancarlo Soravia
http://testimonianzeladine.blogspot.it/2016/04/fin-l-ultimo-ciaval-dialeto-de-venas.html

- Cador - Ode di Giosuè Carducci - Resa in dialetto di Venas a cura di Giancarlo Soravia
http://testimonianzeladine.blogspot.com/2016/07/cador-giosue-carducci-dialeto-de-venas.html

- Filastroche - Contà - Testi originali in dialetto di Venas e versione italiana di Giancarlo Soravia
http://testimonianzeladine.blogspot.it/2016/04/filastrocche-detti-buffi.html

- Recordo de Tomaso Campanella - Brano tratto da "La Città del Sole" - Versione dialettale di Giancarlo Soravia
http://testimonianzeladine.blogspot.it/2016/04/recordo-de-tommaso-campanella.html

ALTRI POST (in italiano)

- Introduuzione Libro Lingua Ladina del Cadore - Editrice Bonomo
https://testimonianzeladine.blogspot.com/2023/07/introduzione-libro-lingua-ladina-del.html

- Il Dialetto Triestino o Tergestino di Giancarlo Soravia
http://testimonianzeladine.blogspot.it/2016/03/il-dialetto-tergestino.html

- Anomalie plurale femminile a Cortina, Oltrechiusa e Cibiana
http://testimonianzeladine.blogspot.it/2018/03/anomalie-plurale-femminile-cortina-e.html
https://testimonianzeladine.blogspot.com/2021/11/lincontro-di-bartolomeo-toffoli-di.html




L'INTERO LIBRETTO DELLE LEGGENDE DI VENAS (E ALTRI SCRITTI), CON ILLUSTRAZIONI, IN FORMATO PDF E' SCARICABILE QUI (1,3 MB):

https://drive.google.com/file/d/0Bz8lKK56ZZ08SGJUQzJCR2YycTg/view?usp=sharing


L'INTERO LIBRETTO DELL'ODE "CADORE" IN FORMATO PDF E' SCARICABILE QUI (209 KB):  

https://drive.google.com/file/d/0Bz8lKK56ZZ08RXlpa3FSU0JRcVE/view?usp=sharing













martedì 5 dicembre 2023

TESI DI PAOLA OLIVO ANNO 1951: "I NOMI POPOLARI DELLE PIANTE IN CADORE"

 

PAOLA OLIVO

I familiari di Paola Olivo mi hanno fatto gentilmente pervenire la copia scannerizzata in formato PDF della Tesi di Laurea della stessa (Università di Padova - Facoltà di Lettere - Anno accademico 1950-51 - Relatore Prof. Carlo Tagliavini).

Il file originale è di circa 120 MB (Sono 381 pagine oltre a 14 pagine tra Introduzione, Bibliografia e Abbreviazioni)
, ed è stato da me suddiviso in tre file da 40 MB circa ciascuno e messo su Google Cloud da dove si può scaricare oppure leggere online.
La presente pubblicazione è stata debitamente autorizzata dai familiari.
Si tratta di una tesi interessantissima che copre una lacuna in materia.


Paola Olivo nacque a Venas di Valle di Cadore in borgata Suppiane nel 1927. Era figlia di Luigi "d'Ignazio" (1890-1980) e di Angela De Bernardo "de Filippo" (1891-1984). Sposò Federico Wonnesch (1917-1992).
Morì a Verona il 3/1/2000. È sepolta nel cimitero di San Marco Vecchio a Venas/Suppiane.


Avevo iniziato a digitalizzare la tesi, e queste sono le prime pagine. Se mi sarà possibile, provvederò a digitalizzare tutto il libro.


 



N O T A


Certi simboli usati nella tesi corrispondono, in base ai criteri attuali di scrittura del ladino, ai seguenti:


TESI

ATTUALE

ϑ

č

k

ñ      

/ \ ‵ ′

(= th inglese)

c dolce

c duro

gn

si possono omettere






Venas di Cadore, 5 dicembre 2023

Giancarlo Soravia 


________________



UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA

FACOLTÀ DI LETTERE

---===oooOooo===---



TESI DI LAUREA




I nomi popolari delle Piante in Cadore

CON SPECIALE RIGUARDO ALLA VAL DEL BOITE




Relatore: Prof. CARLO TAGLIAVINI


Laureanda: PAOLA OLIVO



ANNO ACCADEMICO 1950 - 51



__________________


I N T R O D U Z I O N E




Quando, giunta quasi al termine dei miei studi, dovetti pensare all'argomento da scegliere per la tesi di laurea, mi si presentò subito l'idea di compiere un lavoro sulla terminologia botanica cadorina. Era un lavoro interessante, che mi dava possibilità di conoscere più da vicino la nostra Flora e mi permetteva soprattutto, di studiare alcune voce fra le più caratteristiche del nostri dialetti, proprie in un campo che, per quanto riguarda il Cadore, non è stato ancora stato sufficientemente esplorate.

Ho cercato di svolgere il mio tema con il maggior zelo possibile, nonostante abbia incontrato molte difficoltà, specialmente nella classificazione dello piante e nella elaborazione del materiale. Questo è frutto, per quanto riguarda la Val del Boite, di interrogazioni da me fatte sul posto; solo per Cortina mi sono giovata della pubblicazione del Sig. R. Zardini: "Indice di nomi dialettali ampezzani di piante e fiori spontanei" e del Vocabolario Ampezzano del Dr. A. Majoni.

Per quanto riguarda, invece, gli altri paesi del Cadore e il Comelico, i nomi sono stati ricavati dalle dissertazioni inedite depositate nell'Istituto di Glottologia e dai lavori del Prof. Tagliavini "Il dialetto del Comelico”.

Il nome - come dice V. Bertoldi (“Un Ribelle” 3) - risponde sempre a un bisogno; raramente la pianta interessa al popolo nel suo complesso: tutt’al più è considerata come inutile o dannosa: sono le singole parti che attraggono maggiormente la attenzione del campagnolo.

Il bulbo, il frutto, le foglie, i semi, prestandosi a usi medicinali o a giochi fanciulleschi, si sono acquistati diritto di pretendere una denominazione propria.

Anche la maggior parte dei nomi popolari di piante della nostra regione alludono alla forma del fiore o del bulbo o delle foglie: “Man d Adamo”, “Man de la Madona”, “creste de gal”, “boton de oro”, “lumbrela” ecc.

Spesso in passato la pianta serviva per le sue proprietà medicinali: in ciò, appunto, trovano spiegazione nomi come: "erba da tai", "stagnasango", "fuoie de la Madona" ecc..

Se poi il fiorire coincide con qualche festa di Santo, ecco allora sorgere denominazioni come: "fior de S. Duane", "erba de S. Piero", "viola de S. Bastian".

A primavera sui prati in fiore, qual è quel fanciullo che non s'attarda a sfogliare margherite, a succhiare l'umore dolciastro del fiori del Lamie o della Lonicera ? Che non raccoglie le azzurre corolle della genziana per farle scoppiare sul palmo delle sue mani e che non intreccia cestini coi lunghi steli della piantaggine ? Anche a siffatti giochi deve molti nomi la nostra terminologia botanioa ( “estiei", “s-ciopetin", "uoli”…..).

In alcuni termini troviamo anche tracce della cosiddetta “signatura rerum". Infatti nel Medio Evo era diffusa tra i dotti "la credenza che l'aspetto esterno, cioè la forma e i colori delle varie parti di una pianta, fossero sicuro indizio delle malattie contro le quali la pianta stessa doveva essere adoperata: “similia similibus curantur". (PB 83).

Cosi, per esempio, la fantasia popolare vuol vedere una relazione tra il colore ceruleo dell' Eufrasia e il mal d'occhi, tra i semi del colchico e i pidocchi.....

Alcuni nomi, come "scarpete de la Madona", "scarpe del Signor", "oci de la Madona".… non sono certamente creazioni spontanee, ma traduzioni e calchi dei termini latini degli erbari, sorti in seno alla classe degli erboristi e dei botanici e diffusisi poi, attraverso i monaci, in tutte le regioni..

Molti termini sono in Cadore importazioni dal Veneto, specialmente quelli che servono a "denominare piante usate in cucina e in generale nella vita casalinga" (Battisti, Storia 155) dal tedesco ("framentel", "rapunzel", "edelbais") e dalla lingua letteraria stessa ("ciclamino", "beladona"... )

Una cosa, soprattutto, ho notato, scorrendo, studiando, confrontando il mio materiale: che gli usi, le credenze e anche le denominazioni stesse trovate nelle nostre valli, sono comuni a più regioni, a più popoli. Bene, dunque, dice V. Bertoldi: "Un filo, pur talvolta invisibile, congiunge specialmente nelle manifestazioni della vita campestre, il vecchio col nuovo, il popolo del Nord con quello del Mezzogiorno, l’età antica attraverso quella media con quella moderna. L'atteggiamento dei vari popoli dinanzi alle cose della natura, il modo di usarne nella lotta quotidiana per l'esistenza, il modo di esprimere nel linguaggio per mezzo di varie immagini, il mondo di sensazioni destato dalle varie forme della Flora sono come degli eterni ritornelli nella vasta sinfonia umana”. (Bertoldi ARom. VIII° 267).

 

(Fine Introduzione)

......(Paola Olivo)


_________________




……..SEGUE…….



PDF TESI PAOLA OLIVO

1^ PARTE

https://drive.google.com/file/d/1PiwbCfxrY3hzVZKHKHcLBvR4lFluAQHD/view?usp=sharing


2^ PARTE

https://drive.google.com/file/d/1sMIkbvDObTkwr2CCX38h2RP2h2ZFoiK5/view?usp=sharing


3^ PARTE

https://drive.google.com/file/d/1rmpOIgg8wHaMSFkiZtETIM4PRI8zIB5I/view?usp=sharing

 

 

 

 

 

lunedì 17 luglio 2023

INTRODUZIONE LIBRO LINGUA LADINA DEL CADORE – EDITRICE BONOMO

 


Introduzione (Pag. 11-14 del libro)

Il cadorino è un dialetto ladino. Esso è sostanzialmente unitario ma si divide in queste tre varianti maggiori, in ordine di conservatività: Occidentale - “Oltrechiusa” - (Vodo, Borca, San Vito), parlato anche a Cibiana, (dove per dietro si dice daòs), Nord-orientale - “Oltre Rio Rin” - (Lozzo, Vigo, Lorenzago e Auronzo) (dietro=davòi) e Centro-meridionale (Domegge, Calalzo, Pieve, Valle, Perarolo e Ospitale) (dietro=drio). Con caratteristiche diverse ci sono poi il Comeliano e l'Ampezzano.

Il dialetto che qui si presenta è quello parlato a Venas, ora piccola frazione del Comune di Valle di Cadore. Ha caratteristiche intermedie tra il cadorino centro-meridionale e quello oltrechiusano. Nel lavoro si farà sempre riferimento a quest'ultima variante.

Venas conta attualmente circa 550 abitanti, con circa 200 ancora parlanti il dialetto. La grande maggioranza dei giovani si esprime ormai solo in italiano.

Le guerre, le vicende politiche, l'emigrazione, lo spopolamento, la separazione ampezzana, la mancanza di testi scritti, l'immigrazione di non cadorini, tutto ha contribuito a indebolire l'unità e la vitalità del linguaggio cadorino, che oggi viene parlato da sempre un minor numero di persone. Si aggiungano a suo sfavore la scuola e la televisione monolingui e dei pregiudizi sociali.

Ma le vecchie parole conservano una certa bellezza ed un certo fascino, che con questo lavoro si cerca di svelare e di far rivivere.

Pronuncia e scrittura

La pronuncia delle lettere differisce dall’italiano per quanto riguarda la d e la z.

La d in cadorino assume spesso il suono dell'inglese th di father, si rende talvolta con đ, ma in questo lavoro si scriverà sempre d. (Es. adès, adià, apède, arde, ardento, batidà, carchedun)

la z in cadorino viene sempre pronunciata con il suono inglese di think (lettera greca theta θ), e viene rappresentata in questo lavoro con ẑ. Esempi: aguaẑo, ẑancio, ẑapin, ẑima, ẑucro, ecc.

È ben conosciuta la palatalizzazione di c in ci, (Es. ciasa, cianeva, ciarbon).

Invece la g a Venas si trasforma spesso in i, (Es. iato (gatto)), oppure in d, (Es. dal (giallo)).

Particolare è l’uso del trittongo uoi, molto comune sia nei toponimi, (Es. la Buoite), sia nei lemmi, (Es. bisuoin, fuoia, incuoi, vuoito).

Caratteristica è anche l’inversione -ru, -ra in -ur, -ar, come burto (brutto), fardel (fratello), garnel (granello), garmal (grembiule), ecc.

Ci sono molte altre caratteristiche del ladino che si riscontrano nella parlata di Venas, per ultimo si citerà l'anteposizione del pronome "se" all'infinito:

Deve ancora maturarsi" - L'à ancora da se fèi.

Avvertenze

- Alcune voci, ormai perdute a Venas, sono state sostituite, nel vocabolario, da quelle dell'Oltrechiusa/Cibiana e segnate con un asterisco. Se perdute solo in parte, appariranno entrambe le varianti.

- Nella parte grammaticale, il plurale femminile e altre forme della variante Oltrechiusa/Cibiana saranno evidenziati in grassetto sottolineato. Se non esiste una variante unica, si usa la più comune.

- Nel gruppo consonantico S-CI per evidenziare che le due lettere S e C non si fondono come nella SC italiana, ma indicano i due suoni separati di S sorda e C dolce si useranno le lettere šč, esempio: màs'cio (maschio) si scriverà màščio

- I numeri, gli articoli, e altre voci riportate nella sezione grammaticale non si ripetono nel vocabolario.


Abbreviazioni


OC/C - Oltrechiusa (Vodo, Borca, San Vito) + Cibiana

CNO - Cadorino Nord-Orientale (Lozzo, Vigo, Lorenzago, Auronzo) segnato anche come OR - Oltre Rio Rin

CCM - Cadorino Centro-Meridionale (Calalzo, Domegge, Pieve, Valle, Perarolo, Ospitale)


Altre abbreviazioni sono usate raramente, solo per chiarimenti, e sono di facile interpretazione.



- Il libro LA LINGUA LADINA DEL CADORE (Versione cartacea - Brossura - 106 pagine) è ordinabile in tutte le librerie italiane (MODALITÀ CONSIGLIATA)

- Per chi volesse acquistarlo direttamente, questo è il link della Casa Editrice BONOMO:

https://www.bonomoeditore.com/libri/scheda?id=641



AVVERTENZA:
Al momento il link di cui sopra prevede solo pagamento a mezzo PAYPAL.



Venas di Cadore, 18/7/2023

Giancarlo Soravia  (autore del libro)




domenica 7 novembre 2021

DEDICA E PRESENTAZIONE

DEDICA 

Dedico questo Blog alla memoria di mio fratello Angelo (Venas, 18/12/1930 - Imperia, 28/11/1951)


"È l'amore per le piccole cose a trattenerci nel mondo, a farci gustare la vita. L'amore per le cose grandi o supposte tali, ci stacca dal mondo e finisce per farci perdere il gusto del vivere".
Piero Chiara – 1989

PRESENTAZIONE

Questo Blog raccoglie antiche leggende di Venas, ed altri scritti di natura varia, il tutto in dialetto, a parte qualche articolo in italiano. Ringrazio Alberto Toscani per avermi procurato la parte della tesi di laurea di Rosetta Palmieri che contiene alcune leggende del paese.
La Palmieri nel lontano 1943 si recò a Venas per raccogliere dati sul dialetto e sulle tradizioni locali. Ho cercato di avere maggiori informazioni su di lei, ma sono solo riuscito a sapere che la stessa faceva parte degli allievi del famoso glottologo Carlo Tagliavini, all'epoca all'Università di Padova, che in quegli anni mandò in Cadore diversi studenti. A Lorenzago andò Maria Carolina Saccardo, come riporta il Vocabolario Ladino d'Oltrepiave.
Esiste ormai per il dialetto l’esigenza di recuperare il patrimonio perduto piuttosto che raccogliere i fenomeni dell’uso vivo, venendo questo progressivamente a rarefarsi, in particolare presso le generazioni più giovani. E' con questo intento che mi sono dedicato a questa piccola fatica, che spero sarà accolta favorevolmente.

Venas di Valle di Cadore, marzo/aprile 2016

Giancarlo Soravia
Giancarlo Soravia con Tobia

NOTA:

Nelle traduzioni dall'originale italiano al dialetto ho cercato di rendere quest'ultimo al meglio.
Invece nelle traduzioni dal dialetto all'italiano, ho seguito il sistema della traduzione parola per parola, per dare al lettore la possibilità di confrontare la corrispondenza esistente tra le parole dialettali e quelle italiane.
Inoltre, per rendere più agevole la lettura del dialetto, ho aggiunto segni e accenti che normalmente non si usano.
Noto ancora che il dialetto riportato dalla Palmieri è leggermente più conservativo del mio, e naturalmente molto più conservativo di quello parlato oggigiorno. Per esempio i plurali dei sostantivi maschili conservano quasi sempre l'antica terminazione in "e", oggi quasi scomparsa, italianizzata in "i" (es. fantasme, ciampe).




martedì 2 novembre 2021

L'INCONTRO DI BARTOLOMEO TOFFOLI DI CALALZO CON NAPOLEONE

 

Bartolomeo Toffoli (Calalzo di Cadore, 1755 - 1834) Sacerdote e scienziato, la sua passione e l’ingegno lo portarono a studi scientifici e produsse macchine di ogni genere. Tra le sue invenzioni ricordiamo un microscopio tascabile, una macchina per costruire lenti piccolissime, una per estrarre le acque dalle miniere di Agordo ed un interessante tavolo contenente l’intero sistema copernicano perfettamente funzionante, opera questa custodita nella biblioteca comunale di Calalzo. Dal 1793 al 1834 viene internato nel manicomio di San Servolo a Venezia. Nel maggio 1834 viene dimesso dal manicomio e ritorna a Calalzo, dove muore nel mese di dicembre dello stesso anno.

     Nel libro di Marcello Rosina "L'ABATE BARTOLOMEO TOFFOLI" - Tipolitografia ADRIATICA - 1984 - a pag. 88 è riportato il seguente aneddoto dell'Abate Toffoli:

     Narrasi che nel 1797, subito dopo il trattato di Campoformido, Napoleone, il generale, comandante supremo dell' esercito in ltalia, entrato trionfalmente in Venezia, volle visitare tra gli altri istituti della città, l'ospitale di S. Servolo, e intrattenersi coi pazzi.  
     Quando gli fu presentato l'abate Toffoli, saputo ch' era questi un grande meccanico ed astronomo, come per scherzare sulla pazzia di lui, gli disse:
"Voi che conoscete il meccanismo degli astri ed i secreti del cielo, ditemi che fa il Padre Eterno lassù?"
     "Sta preparandosi a distruggere i disegni degli uomini ambiziosi in terra,"
rispose freddamente il Toffoli.
     ll sorriso di scherno che sfiorava le labbra di Napoleone scomparve, il suo viso si oscurò e fattosi pensieroso disse a chi lo accompagnava:
- "Potete ridonare a costui la libertà perché esso è più savio di me".

VERSIONE DIALETTALE

     I conta che inte al an 1797, imbota dapò del tratato de Campoformido, Napoleon, general, comandador supremo de l'esercito in Italia, aruà trionfante a Veneẑia, l'ève volesto visità, intrà chi autre, l'ospedal de San Servolo, e de parlà co i mate.
     Dapò de avei fato vede l'abate Toffoli, savù che chesto l'era an gran mecanico e astronomo, come par tuoilo in giro, al i avea dito: "Voi che cognossé al mecanismo de le stele e i secrete del ẑiel, diseme chel che fa al Padre Eterno su sora?"
     "Al se parecia a destrude le voie de i omin ambiẑios su la tera,"
l'avea respondù fiedo al Toffoli.
     Napoleon l'avea alora lassà via de ride, e deventà pensieros l'avea dito a chi che era apede el:
- Podé betelo in libertà, chesto l'é pì iusto de mi".



 

martedì 13 marzo 2018

ANOMALIE PLURALE FEMMINILE A CORTINA, OLTRECHIUSA E CIBIANA DI CADORE



NOTA

Più che di anomalie nel plurale femminile, desidero evidenziare nella suddetta tabella il mancato accordo dell’articolo davanti alle parole femminili plurali nei dialetti ladini di Cortina d’Ampezzo, Oltrechiusa e Cibiana di Cadore.
Infatti in detti dialetti l’articolo determinativo plurale femminile invece di essere, come ci si aspetterebbe, LE o LES appare sempre come fosse al singolare, cioè RA a Cortina e LA in Oltrechiusa e Cibiana.
L’ipotesi che emerge dalla lettura della tabella è che tale anomalia sia dovuta alla conservazione della desinenza in -a del plurale neutro latino.
L'occasione per il presente intervento mi è stata offerta da un breve scambio di corrispondenza con il linguista romanzo Professor Giampaolo Salvi, che sta trattando, naturalmente a livello accademico, l'argomento. Lo ho assicurato che il fenomeno sopra esposto è circoscritto alle aree citate e non tocca gli altri dialetti cadorini.

Venas di Cadore/Albenga, 15 marzo 2018

Giancarlo Soravia