domenica 7 novembre 2021

DEDICA E PRESENTAZIONE

DEDICA 

Dedico questo Blog alla memoria di mio fratello Angelo (Venas, 18/12/1930 - Imperia, 28/11/1951)


"È l'amore per le piccole cose a trattenerci nel mondo, a farci gustare la vita. L'amore per le cose grandi o supposte tali, ci stacca dal mondo e finisce per farci perdere il gusto del vivere".
Piero Chiara – 1989

PRESENTAZIONE

Questo Blog raccoglie antiche leggende di Venas, ed altri scritti di natura varia, il tutto in dialetto, a parte qualche articolo in italiano. Ringrazio Alberto Toscani per avermi procurato la parte della tesi di laurea di Rosetta Palmieri che contiene alcune leggende del paese.
La Palmieri nel lontano 1943 si recò a Venas per raccogliere dati sul dialetto e sulle tradizioni locali. Ho cercato di avere maggiori informazioni su di lei, ma sono solo riuscito a sapere che la stessa faceva parte degli allievi del famoso glottologo Carlo Tagliavini, all'epoca all'Università di Padova, che in quegli anni mandò in Cadore diversi studenti. A Lorenzago andò Maria Carolina Saccardo, come riporta il Vocabolario Ladino d'Oltrepiave.
Esiste ormai per il dialetto l’esigenza di recuperare il patrimonio perduto piuttosto che raccogliere i fenomeni dell’uso vivo, venendo questo progressivamente a rarefarsi, in particolare presso le generazioni più giovani. E' con questo intento che mi sono dedicato a questa piccola fatica, che spero sarà accolta favorevolmente.

Venas di Valle di Cadore, marzo/aprile 2016

Giancarlo Soravia
Giancarlo Soravia con Tobia

NOTA:

Nelle traduzioni dall'originale italiano al dialetto ho cercato di rendere quest'ultimo al meglio.
Invece nelle traduzioni dal dialetto all'italiano, ho seguito il sistema della traduzione parola per parola, per dare al lettore la possibilità di confrontare la corrispondenza esistente tra le parole dialettali e quelle italiane.
Inoltre, per rendere più agevole la lettura del dialetto, ho aggiunto segni e accenti che normalmente non si usano.
Noto ancora che il dialetto riportato dalla Palmieri è leggermente più conservativo del mio, e naturalmente molto più conservativo di quello parlato oggigiorno. Per esempio i plurali dei sostantivi maschili conservano quasi sempre l'antica terminazione in "e", oggi quasi scomparsa, italianizzata in "i" (es. fantasme, ciampe).




martedì 2 novembre 2021

L'INCONTRO DI BARTOLOMEO TOFFOLI DI CALALZO CON NAPOLEONE

 

Bartolomeo Toffoli (Calalzo di Cadore, 1755 - 1834) Sacerdote e scienziato, la sua passione e l’ingegno lo portarono a studi scientifici e produsse macchine di ogni genere. Tra le sue invenzioni ricordiamo un microscopio tascabile, una macchina per costruire lenti piccolissime, una per estrarre le acque dalle miniere di Agordo ed un interessante tavolo contenente l’intero sistema copernicano perfettamente funzionante, opera questa custodita nella biblioteca comunale di Calalzo. Dal 1793 al 1834 viene internato nel manicomio di San Servolo a Venezia. Nel maggio 1834 viene dimesso dal manicomio e ritorna a Calalzo, dove muore nel mese di dicembre dello stesso anno.

     Nel libro di Marcello Rosina "L'ABATE BARTOLOMEO TOFFOLI" - Tipolitografia ADRIATICA - 1984 - a pag. 88 è riportato il seguente aneddoto dell'Abate Toffoli:

     Narrasi che nel 1797, subito dopo il trattato di Campoformido, Napoleone, il generale, comandante supremo dell' esercito in ltalia, entrato trionfalmente in Venezia, volle visitare tra gli altri istituti della città, l'ospitale di S. Servolo, e intrattenersi coi pazzi.  
     Quando gli fu presentato l'abate Toffoli, saputo ch' era questi un grande meccanico ed astronomo, come per scherzare sulla pazzia di lui, gli disse:
"Voi che conoscete il meccanismo degli astri ed i secreti del cielo, ditemi che fa il Padre Eterno lassù?"
     "Sta preparandosi a distruggere i disegni degli uomini ambiziosi in terra,"
rispose freddamente il Toffoli.
     ll sorriso di scherno che sfiorava le labbra di Napoleone scomparve, il suo viso si oscurò e fattosi pensieroso disse a chi lo accompagnava:
- "Potete ridonare a costui la libertà perché esso è più savio di me".

VERSIONE DIALETTALE

     I conta che inte al an 1797, imbota dapò del tratato de Campoformido, Napoleon, general, comandador supremo de l'esercito in Italia, aruà trionfante a Veneẑia, l'ève volesto visità, intrà chi autre, l'ospedal de San Servolo, e de parlà co i mate.
     Dapò de avei fato vede l'abate Toffoli, savù che chesto l'era an gran mecanico e astronomo, come par tuoilo in giro, al i avea dito: "Voi che cognossé al mecanismo de le stele e i secrete del ẑiel, diseme chel che fa al Padre Eterno su sora?"
     "Al se parecia a destrude le voie de i omin ambiẑios su la tera,"
l'avea respondù fiedo al Toffoli.
     Napoleon l'avea alora lassà via de ride, e deventà pensieros l'avea dito a chi che era apede el:
- Podé betelo in libertà, chesto l'é pì iusto de mi".