venerdì 1 aprile 2016

LA TOSA CHE AVEA BALEGA' AL PAN (DIALETO DE VENAS)

LA RAGAZZA CHE CALPESTO' IL PANE


Dalla trama, pubblicata su Wikipedia, di questa fiaba di Hans Christian Andersen :

Inger l'é na rieda puareta ma an grun superba, fin da piciola la mostra de esse trista, la se godea a torturà i insèti.
Ienuda su la deventa na bela tosa, ma so mare l'à paura che la cresse malamente.
Dopo de esse stada an àn a servì inte na famea an grun siora, la parona la la invida a dì a ciatà almanco n'ota i suoi. Inger la era stada cenuda inte chela famea come na fia, e duta ben vestida la parte par dì a ciatà i suoi, ma solo par fei vede de cuanto in auto la era duda.
Arguada al paés, la vede so mare che se destraca dopo de avé curà su an fas de legne inte al bosco, e la torna indrio par la vargogna de avé na mare straẑona.
Passade autre sié mes, la parona la invida da nuovo Inger a dì a ciatà i suoi, e la i dà na gran bina de pan bianco da portài in regalo. La tosa avèa indòs al vestì pì bel e le scarpe nuove, e la se invia par al troi; ma an ẑerto ponto la ciata na palù e la bucia al pan inte al pocio par podé passà sora e nò sporciasse le scarpe. Ma pian a pian, dopo de avé betù al pè sul pan, Inger la scominẑia a dì sote fin a sconparì.
La tosa la era duda sote fin a arguà da la femena de la palù che fasèa la bira, an posto che l'era come an cesso, pien de vasche che fasèa udor, e pien de rospe e de bisse. In chel momento al diau e la so trista bisnona i fasea visita a la femena de la palù, e cuan che 'sta bisnona la vede Inger la pensa ben de domandà de portala do par dorala come statua a l'entrata de l'inferno. La tosa la ien a ciatasse inte an posto pien de anime inchiéte e tormentade, anca ela la ien tormentada par dové stà ferma come na statua sora al pan che l'é sempre tacà sote i so pè.
Inger la puó moe solo i voie e dopo an tin la scominẑia a patì la fame: sote i so pè l'é ancora al pan, ma ela, cossita dura, no la puó curàino su gnanca an tochéto. Intanto so mare la piande desperada la fia e le so lagreme le argùa fin a l'inferno. Su la tera, dute i parla mal de Inger, fora che na rieda, che se moe a conpassion de ela e se bete a piande.
A la fin, in graẑia de chesta rieda, an raio de luse al fa lustro inte l'inferno e Inger la deventa an auẑel che sòla su la tera e al ciata refuio inte an bus de an muro desboà. Da là al puó vede duta la beleẑa de la tera, e cuan che al và a magnà le frégole de pan al i'n lassa anca a chi autre auẑiéi. Cuan che dute le frégole de pan le ardonde al peso de duta la bina de pan che Inger l'avèa balegà, l'auẑel al deventa na ẑiriga de mar co le ale bianche che sparisse inte al ẑiel in direẑion del sol.



Inger è una bambina povera ma molto superba, fin da piccola dimostra di essere cattiva, si divertiva a torturare gli insetti.
Venuta su (=cresciuta) diventa una bella ragazza, ma sua madre ha paura che cresca male.

Dopo essere stata un anno a servire in una famiglia molto ricca, la padrona la invita ad andare a trovare almeno una volta i suoi (genitori). Inger era stata tenuta in quella famiglia come una figlia, e tutta ben vestita parte per andare a trovare i suoi, ma solo per far vedere quanto in alto era andata.

Arrivata al paese, vede sua madre che si riposa dopo aver preso su (=raccolto) un fascio di legna nel bosco, e torna indietro per la vergogna di avere una madre stracciona.

Passati altri sei mesi, la padrona invita di nuovo Inger ad andare a trovare i suoi, e le dà una grossa pagnotta di pane bianco per portar loro in regalo. La ragazza aveva addosso il vestito più bello e le scarpe nuove, e si avvia per il sentiero; ma ad un certo punto trova una palude e butta il pane nella melma per poter passare sopra e non sporcarsi le scarpe. Ma piano piano, dopo aver messo il piede sul pane, Inger comincia ad andare sotto (=sprofondare) fino a scomparire.

La ragazza era andata sotto fino ad arrivare alla donna della palude che faceva la birra, un posto che era come una cloaca, pieno di vasche che facevano odore, e pieno di rospi e di biscie. In quel momento il diavolo e la sua cattiva bisnonna facevano visita alla donna della palude, e quando questa bisnonna vede Inger, chiede bene di portarla giù per usarla come statua all'entrata dell'inferno. La ragazza viene a trovarsi in un posto pieno di anime inquiete e tormentate, anche lei viene tormentata per dover stare immobile come una statua sopra il pane che è sempre attaccato sotto i suoi piedi.


Inger può muovere solo gli occhi e dopo un po' comincia a patire la fame: sotto i suoi piedi c'è ancora il pane, ma lei, così immobilizzata, non può prenderne su (=raccoglierne) neanche un pezzetto. Intanto sua madre piange disperata sua figlia e le sue lacrime arrivano fino all'inferno. Sulla terra, tutti parlano male di Inger, fuori che (=eccetto) una bambina, che si muove a compassione di lei e si mette a piangere.

Alla fine, grazie a questa bambina, un raggio di luce fa chiaro (=brilla) nell'inferno e Inger diventa un uccello che vola sulla terra e trova rifugio in un buco di un muro crollato. Da l' può vedere tutta la bellezza della terra, e quando va a mangiare le briciole di pane, ne lascia anche agli altri uccelli. Quando tutte le briciole di pane raggiungono il peso di tutta la pagnotta di pane che Inger aveva calpestato, l'uccello diventa una rondine di mare (=marina) con le ali bianche che sparisce nel cielo in direzione del sole.